Category:Pontificum Romanorum effigies

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Vedi Progetto GLAM 2018/2019.

L’opera di Giovanni Battista Cavalieri, incisore trentino attivo a Roma nel Cinquecento, si tradusse spesso in una celebrazione della Chiesa romana e della sua storia.

Il volume Pontificum Romanorum effigies, stampato per la prima volta nel 1580, costituisce un ottimo esempio di questa tipica caratteristica della sua produzione. L’opera segue infatti, lungo 231 ritratti, tutta la storia della Chiesa romana, a partire da San Pietro (considerato il primo papa).

I personaggi raffigurati sono per la maggior parte veri e propri pontefici romani, con qualche eccezione: compaiono infatti anche 5 antipapi (Cristoforo, Dono II, Bonifacio VII, Alessandro V, Giovanni XXIII). Tutte le immagini sono accompagnate dalle corrispondenti biografie.

Le Pontificum Romanorum effigies, stando all’introduzione al lettore scritta dallo stesso Cavalieri, hanno una precisa finalità: ribadire, seppur dopo la Pace di Augusta (1555), la verità della fede cattolica, in antitesi rispetto al movimento protestante di calvinisti e luterani, definiti “eretici”. Gli errori di quest’ultimi saranno sanati dalla lettura delle biografie esemplari qui contenute, e dalla visione dei volti dei pontefici, eredi legittimi degli apostoli di Cristo[1].

L’edizione del 1580 è dedicata al cardinale Andrea d’Asburgo, all’epoca 22enne, che più tardi diverrà principe vescovo di Bressanone (terra vicina ai luoghi natii di Giovanni Battista Cavalieri).

La copia di Trento

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L’esemplare conservato presso la Biblioteca comunale di Trento (segnatura: T 0 g 17) presenta, in coda all’indice, un 231esimo ritratto, sprovvisto della corrispondente biografia: si tratta di Sisto V, eletto pontefice nell’anno 1585. Questo porta a supporre che il volume abbia subito dei rimaneggiamenti in un momento successivo alla stampa (che il frontespizio e il colophon datano al 1580): la carta con l’immagine di Sisto V risulta infatti attaccata alla fine dell’ultimo fascicolo (l’unico duoderno) dell’opera.

La copia presenta danni al dorso e al piatto anteriore, che è staccato dal resto della coperta. La legatura è in piena pelle; in calce al frontespizio si trova la scritta, a stampa: “Bibliot. Bossianae Alexandrinae”. L’opera è pervenuta alla Biblioteca in seguito alla corposa donazione del barone Antonio Mazzetti, nel 1841.

Nelle incisioni sono presenti casi di errori nella numerazione dei papi: nelle rispettive didascalie e nei titoli dei file si è provveduto a indicare il numero corretto.

Note

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  1. G. B. Cavalieri, Pontificum Romanorum effigies, Roma, Domenico Basa/Zanetti Francesco, 1580, “Christiano Lectori...”.

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