File:Ancora - Museo scienza tecnologia Milano 07037.jpg

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Italiano: Ancora in legno con ceppo fisso in piombo. Il fuso presenta una sezione rettangolare e reca, in testa, una feritoia nel quale è inserito il ceppo in piombo, assicurato da legature in corda; la legatura forma anche la cicala per il collegamento alla cima di ormeggio. Le marre, anch'esse in legno, sono disposte a V su un piano normale al ceppo e fissate al fuso mediante biette e caviglie; una contromarra in piombo rinforza l'unione delle marre al fuso e ne impedisce l'apertura durante la trazione. Le estremità delle marre sono rinforzate da unghie in ferro. Una scanalatura a livello del diamante serviva per dare volta alla grippia.


Notizie storico-critiche
L'ancora è l'organo utilizzato per dare un solido attracco agli ormeggi di un galleggiante, che sia una barca o una nave, e la cui grandezza è direttamente proporzionale alle dimensioni del galleggiante stesso. Generalmente dotata di due bracci chiamati marre, l'ancora viene trascinata in modo da far presa sul fondo e tenere così ferma la nave contro l'azione del vento e delle correnti. Alcune testimonianze storiche fanno risalire l'introduzione dell'ancora al VII secolo a.C. Fin dal loro apparire, le ancore presentano una fisionomia ben definita che non ha subito sostanziali modificazioni fino all'ideazione delle ancore a marre articolate nei primi decenni del 1800. L'evoluzione delle ancore ha interessato in particolar modo i materiali di costruzione, con l'introduzione di nuovi materiali ogni volta che la tecnica li rendeva disponibili. Dalla costruzione di ancore in legno con semplici ceppi in pietra, si passò attorno al IV secolo a.C. all'utilizzo di ceppi realizzati in piombo, metallo duttile, di facile lavorazione, riutilizzabile e resistente alla corrosione. Le ancore di questo tipo erano provviste anche di un collare in piombo, la contromarra, che aveva la funzione di impedire l'apertura delle marre durante lo sforzo di trazione e appesantire la parte inferiore dell'ancora in modo da favorire la presa sul fondale; la contromarra presentava tre aperture, di cui quella centrale a sezione rettangolare nella quale passava il fuso, mentre nelle due laterali, a sezione trapezoidale, costituiva l'alloggiamento delle marre.
Date between 1960 and 1966
date QS:P571,+1960-00-00T00:00:00Z/8,P1319,+1960-00-00T00:00:00Z/9,P1326,+1966-00-00T00:00:00Z/9
Medium ferro
Dimensions height: 216 cm (85 in); width: 113 cm (44.4 in)
dimensions QS:P2048,216U174728
dimensions QS:P2049,113U174728
institution QS:P195,Q947082
Accession number
7037
Object history Malfitano
References
  • Ucelli G. (1996) Le navi di Nemi, Rome
  • Avilia F. (2007) La storia delle ancore, Formello
Source/Photographer Catalogo collezioni (in it). Museoscienza.org. Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci, Milano.
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